Il fare pensato. Storia dell’arte, critica e teoria

Il gruppo di ricerca Il fare pensato. Storia dell’arte, critica e teoria nasce da una serie di esperienze seminariali svolte presso il Dipartimento delle Arti e che si sono rivelate occasioni di confronto attivo e proficuo tra studiose e studiosi di varia estrazione e con metodi di partenza spesso difformi, ma accomunati dalla convinzione che le idee e i problemi principali della storia dell’arte trascendano le epoche e le convenzioni cronologiche.

A partire da queste considerazioni, il gruppo si propone di organizzare e promuovere con una certa regolarità, seminari, convegni, giornate di studio, volumi collettanei per animare un dibattito che, partendo dai problemi stilistici e relativi al processo di creazione dell’opera, dai temi della filologia visiva e dall’analisi delle poetiche, si integri con altri approcci di studio e intersechi altri campi di indagine.

In particolare, il gruppo è interessato a indagare l’elaborazione critica e la storiografia relative agli artisti, alle opere d’arte, agli stili e alle correnti, ma anche ad approfondire gli aspetti teorici della stessa pratica artistica, nella consapevolezza che l’opera, intesa come un "fatto aperto" e mai definitivamente risolto, un campo di forze che può generare diversi orizzonti di senso, è anche un oggetto che emana teoria, al di là della sua ineludibile immanenza e materialità, senza dimenticare che la buona critica può procedere solo «in presenza» dell’opera d’arte o almeno a partire da essa e in rapporto a essa.

Tra i temi di interesse del gruppo di ricerca vi è inoltre il rapporto tra l’immagine e il testo e tra il campo del visivo e quello del verbale, sia per indagare le influenze esercitate dai meccanismi visivi su quelli verbali, sia per intendere meglio le modalità principali che hanno orientato certe codificazioni linguistiche dei valori figurativi nella storia della critica d’arte. Dunque, il gruppo intende approfondire anche il linguaggio della critica e le modalità di descrizione delle immagini, per trasformarle da strumento operativo a oggetto autonomo di analisi, da esplorare anche attraverso l’apertura ad altri domini culturali, come quello letterario o filosofico.