Mafia, media e produzione culturale

Analizza le forme estetiche e mediatiche attraverso cui la mafia e il discorso antimafia vengono prodotti, interpretati e diffusi nello spazio pubblico.

Il gruppo di ricerca si pone in virtuale linea di continuità con due progetti di ricerca a suo tempo co-finanziati dalla Regione Emilia Romagna (nel 2014 e nel 2016, convenzioni con l'ex dipartimento FILCOM) sulle rappresentazioni culturali del fenomeno mafioso, con l’obiettivo di svilupparli in una prospettiva radicalmente interdisciplinare in direzione di una più forte tematizzazione degli aspetti estetici e mediatici sia della "vita mafiosa" sia del discorso sulla (ovvero "contro") la mafia.

Muovendo dall'idea che la "mafia" sia un costrutto socioculturale generato da pratiche storicamente sedimentate di produzione identitaria e di rappresentazione del sé e dell’altro, il gruppo di ricerca si focalizza sulle forme e i modi attraverso cui questo costrutto è stato in passato e tuttora viene generato e riprodotto nello spazio sociale ed istituzionale grazie al lavoro di una moltitudine di soggetti attivamente impegnati nella sua rappresentazione: dai ‘mafiosi’ stessi con le loro pratiche culturali (gesti, testi, canti, abiti, immagini ecc.), dalle agenzie di controllo (rapporti di polizia, sentenze, video, intercettazioni ecc.) e da professionisti della produzione culturale (giornalisti, fotografi, sceneggiatori, registi, scrittori, pittori, compositori e autori di canzoni, produttori e broadcaster).

Componenti

  • Marco Santoro

    Coordinatore

  • Paolo Angelini

  • Luca Barra

  • Paolo Noto

  • Marco Solaroli